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.: DA VEDERE
Chiesa di San Giuliano - Gavorrano
  La chiesa parrocchiale di Gavorrano è stata probabilmente costruita sulle mura dell'antica rocca come dimostra il campanile la cui parte inferiore presenta un tipo di muratura più antica rispetto al resto dell'edificio. Intitolata a S. Giuliano deve il suo aspetto attuale ai lavori di rifacimento e ampliamento condotti a cavallo fra il XVII e XVIII secolo per sostituire l'antica chiesa plebana dedicata a S. Gusmè e in seguito a San Giuliano, come dimostra un documento del 1529. Chiesa di San Giuliano - Gavorrano L'attuale chiesa presenta all'esterno una facciata risalente al 1927, con una forma a capanna suddivisa da paraste con occhio centrale e piccoli archetti pensili decorativi. All'interno della chiesa è conservata in una nicchia alla destra del portale una pregevole scultura marmorea raffigurante la Madonna con Bambino, (1336) attribuita dagli studiosi a Giovanni d'Agostino scultore ed architetto Senese capomastro al Duomo di Siena dal 1340 al 1345. Altre opere d'arte di notevole rilievo, conservate nella chiesa sono le due tele settecentesche raffiguranti l'Annunciazione ed il Battesimo di Cristo entrambi donati alla chiesa da privati, il primo dipinto, qualitativamente più pregevole si basa su un prototipo romano, mentre il secondo per alcuni critici, richiama i moduli formali di Pietro da Cortona.
Chiesa di San Biagio - Caldana
  La chiesa di San Biagio oggi monumento nazionale, fatta costruire dalla illustra casata Senese degli Austini , è un raro esempio di edificio sacrorinascimentale nella bassa maremma. Gli elementi architettonici della facciata rimandano allo scuola di Antonio da Sangallo il Vecchio ( 1455 - 1534) per le evidenti analogie stilistiche con il san Biagio di Montepulciano e per l'attitudine al trattamento armonioso e classico delle forme. Nuovi studi recentemente intrapresi dalla Dott.ssa Guidelli attribuiscono invece la chiesa di San Biagio alla mano di Michelangelo. Questa notizia suffragata da ampia documentazione ha avuto un immediato e spontaneo risalto presso l'opinione pubblica, la stampa e televisione regionale e nazionale. All'interno della chiesa si può ammirare un affresco collocato sulla parete dietro l'altare che riproduce il crocifisso e i Santi Biagio e Guglielmo, opera attribuita a Nicola Nasini (1657 - 1736), è inoltre visibile il seicentesco fonte battesimale realizzato in marmo locale "Portasanta" unica opera realizzata con questo famosissimo marmo , che ancora si conservi in Caldana.
Chiesa di San Leonardo - Ravi
  Il Repetti testimonia l'esistenza di una chiesa plebana ubicata a Ravi già dal 783, ovviamente dell'originario aspetto dell'edificio non si è conservato molto a causa delle varie trasformazioni e dei pesanti rifacimenti che hanno avuto luogo nel corso dei secoli: tra i ripetuti lavori di ampliamento svolti nella chiesa di notevole rilievo sono quelli del 1810, a spese della società di Ravi che hanno portato ad un completo rifacimento della facciata. Questa per la presenza di elementi classici, quali lesene, trabeazioni e timpano e l'utilizzo di marmo come materiale da costruzione, calca i moduli stilistici del neoclassicismo. Alcune testimonianze artistiche sono state rinvenute nel passato sotto forma di affresco nel catino della chiesa, ma nessun altra antichità si è conservata nell'edificio sacro.
Chiesa di San Biagio - Caldana Chiesa di Sant'Egidio -
  Giuncarico L'edificio risalente al XIII secolo presenta una struttura ad aula con abside retto, tetto a capanna in laterizio con capriate a vista, navata spartita da arconi a sesto acuto decorati con conci bicolori. La facciata in laterizio con archetti pensili di coronamento e bifora è un rifacimento risalente agli anni '30 di questo secolo. All'interno oltre agli altari tardobarocchi in stucco e gesso è notevole la tela centinata settecentesca della Madonna del rosario con il Bambino, San Domenico e Santa Caterina, presumibilmente opera di scuola Senese, i raffinati effetti luministici del dipinto hanno ricordato ad alcuni i moduli di Francesco Vanni, pittore ed incisore senese del XVI sec.
Castello di Pietra
  Nelle campagne a nord-est di Gavorrano si trovano i ruderi dell'antico Castel di Pietra. Sorto intorno all'anno mille come possesso degli Aldobrandeschi e ceduto successivamente alla famiglia Pannocchieschi, che lo mantenne per tutto il Duecento. Durante i secoli successivi seguì le medesime vicende di Gavorrano.
  Dell'antico complesso rimangono soltanto i resti di un palazzo e di due torri; i ruderi si trovano su una rupe denominata "Salto della Contessa", in base alla leggenda secondo la quale nell'antico castello Nello Pannocchieschi uccise sua moglie Pia dei Tolomei per poter convolare a nuove nozze con Margherita Aldobrandeschi. L'episodio è narrato nella Divina Commedia (Purgatorio, V). Necropoli di San Germano e Tomba di Poggio Pelliccia Il territorio è interessato da emergenze archeologiche del periodo etrusco con la necropoli di San Germano e la tomba del periodo arcaico 700 a.c., di Poggio Pelliccia.
  Entrambe si trovano non lontano dall'abitato di Giuncarico. Il Parco Naturalistico Minerario di Gavorrano si estende nell'ampia regione delle Colline Metallifere della Toscana Meridionale a pochi chilometri dal mare (Golfo di Follonica - Mar Tirreno) ed è caratterizzato da rilievi collinari con ripidi pendii, coperti da una rigogliosa macchia mediterranea, fra i quali spiccano il Monte Calvo (468 m slm) e il Monte Calvino (454 m slm). Sugli opposti versanti del Monte Calvo si trovano gli abitati di Gavorrano e Ravi attualmente collegati da un complesso sistema minerario (più di cento chilometri di sviluppo di cantieri e gallerie) realizzato a partire dalla fine del XIX fino agli anni '80 del XX secolo e finalizzato alla coltivazione del minerale di pirite (solfuro di ferro).
  Oggi il paesaggio storico del territorio di Gavorrano è profondamente segnato dalla presenza di numerosi castelli minerari, di grandi cave a cielo aperto, di resti di strutture per trattamento del minerale (laverie, dorr), di discariche, di pilastri delle teleferiche per il trasporto del minerale e di veri e propri villaggi minerari. Il Teatro delle Rocce è una struttura teatrale all'aperto, estremamente affascinante ed unica nel suo genere, realizzata nel Parco Minerario-Naturalistico di Gavorrano, all'interno della vecchia cava dalla quale si estraeva il calcare che veniva utilizzato per le ripiene delle gallerie minerarie abbandonate. Ben rappresenta quel processo di riconversione dei siti minerari dismessi ai fini culturali , sociali, turistici ed ambientali, che è lo spirito più autentico e profondo del Progetto di Parco Minerario. Dal recupero di un'area lasciata al degrado dopo la dismissione della vecchia miniera di pirite, è nato un grande spazio attrezzato all'aperto, capace di ospitare eventi culturali importanti nel panorama dell'offerta turistica estiva del territorio delle Colline Metallifere e della Maremma. I posti a disposizione degli spettatori sono duemila.
  Una delle caratteristiche del Teatro delle Rocce, che emerge spontaneamente agli occhi del visitatore e dello spettatore come fosse una conchiglia di pietra strappata alla montagna ed affacciata su un paesaggio di dolci colline maremmane ed al paese medievale, è senz'altro l'elemento dell'incontro tra molti in un luogo stranamente isolato ed accogliente. Un luogo adatto a dare a chi lo raggiunge, dopo il breve tragitto a passeggiata, un senso di identità collettiva e la consapevolezza del piacere di trovarsi insieme, al di là della fruizione degli eventi. E' un po' come se anche la montagna e il territorio raccontassero qualcosa a chi viene a sedersi nelle gradinate di pietra….
  Proprio per tale motivo si intende valorizzare questo aspetto che il Teatro rivela di se stesso: l'essenza di un "luogo assembleare e di aggregazione". Un luogo in cui durante tutto lo svolgersi dell'estate si sa che ci si può incontrare per assistere a qualcosa che ci riguarda … anche senza leggere necessariamente il programma.